DailyMedia del 26/04/2014

La fase negativa degli investimenti pubblicitari evidenziata nei primi tre mesi del 2014 non si ferma, e i dati relativi ai mesi di aprile e maggio sono ancora in calo. Lo ha detto Alberto Dal Sasso, media business unit director Nielsen Italia, confermando quindi le previsioni più pessimiste sulla fine della crisi. Che è comunque strutturale: «E’ vero che in questi mesi abbiamo assistito a una ripresa del largo consumo, ma non stiamo parlando di grandi numeri, ma di investimenti in linea con l’anno scorso, o al massimo positivi per l’1 o il 2%. La spesa pubblicitaria si è consolidata sui livelli in valore assoluto di sei, sette anni fa e non torneremo a fare crescite importanti». Anche internet, che quest’anno ha manifestato per la prima volta trend negativi, non pare recuperare terreno. «Internet è negativo, per quanto riguarda la parte che noi monitoriamo ossia la display. Con le realtà che non misuriamo (Google, Facebook) il livello sale a zero». Sul fronte delle aziende, non ci sono più dubbi sul fatto abbiano perso terreno rispetto al consumatore, oramai qualche passo avanti nel delineare esigenze e anche nella posizione di dettare la linea in tema di sviluppo di business. Un’altra evidenza è che internet non è più un settore verticale, ma «un ambiente, dove tutti i settori industriali devono essere» sottolinea Luca Bordin, general manager media sales & solutions di Nielsen Italia. Internet però è sempre più sinonimo di mobile, come ha evidenziato una ricerca presentata dallo stesso Bordin: «Per la prima volta stiamo assistendo a un calo generalizzato dell’accesso a internet da PC. Nel corso del 2013, in Italia si è registrata una riduzione del -3,4% dell’audience web da PC rispetto al mobile, così come in altre parti d’Europa, e in USA, dove il gap è -4,3%. Nel nostro Paese ormai si può parlare di “mobile addiction” fra i cittadini: il 73% dei giovani (18-34 anni) che usa internet, lo fa da mobile e per 45 ore mensili. Per la fascia 35-54 anni si tratta del 47% del campione, per 30 ore al mese. Non sono esclusi gli over 55: c’è un 18% che accede al web da smartphone e tablet e lo fa per 27 ore mensili». Il digitale rappresenta una leva di sviluppo sul fronte del rapporto del retailer con il consumatore, a cui può essere offerta una esperienza diretta sul punto vendita che influenzi il comportamento d’acquisto. Il digitale può essere uno strumento decisivo anche in fase produttiva, basti pensare agli utilizzi in termini di razionalizzazione e organizzazione dei processi produttivi e ai vantaggi in termini di efficienza.