Il Sole 24 Ore   23 febbraio 2012
(Daniele Lepido)

I centri media guardano ai social network, in tempo di crisi per gli spot tradizionali che tra gennaio e marzo crolleranno del 10%, a causa della cautela degli investitori e  in attesa dei due grandi eventi sportivi tra giugno e agosto (Europei di Calcio e Olimpiadi di Londra). Bene invece l’advertising digitale che rispetto al 1,2 miliardi di euro del 2011 potrebbe crescere di un altro 10-15% sui dodici mesi. La pubblicità su Facebook e Youtube potrebbe rappresentare alla fine dell’anno un 5-6% sul totale advertising digitale.
Nei settori tradizionali, secondo Stucchi di Aagis Media, automotive e tlc dopo la discesa del 2011 investiranno tendenzialmente gli stessi denari quindi 1,8 miliardi di euro, l’alimentare dopo aver perso 100 milioni nel 2011 potrebbe avere un rimbalzo tecnico del 1-2%; in ripresa farmaceutica e cura della persona.
Cagnetta, Media Italia, gruppo Armando Testa, vede nella finanza uno dei comparti più promettenti, mentre i grandi interrogativi rimangono abbigliamento, cosmesi, elettronica di consumo e tlc.
Per Robbiati, Starcom (gruppo Publicis) quotidiani e tv perdono nell’ordine del 4% i primi e 2% le seconde, cresce invece il digitale in particolare nei formati pregiati come i pre-roll, spot visualizzati sui siti di informazione prima dei servizi online.
Dunque internet offre le nuove possibilità, la réclame sui cellulari, un quarto della popolazione italiana naviga attraverso gli smartphone ,spiega Isabelle Clavarino di Havas Media Italia, coun una penetrazione dei social network pari all’86% della popolazione, dove quindi punteranno gli investitori pubblicitari.