DailyNet 11/09/2015

Una delle più antiche concessionarie nazionali ha abbracciato la tecnologia più avanzata sul mercato dell’adv. Considerata sotto questa luce, la collaborazione tra Rai e Rubicon Project ha una risonanza storica. Da ieri, gli inventari Rai di alta qualità di tutti i portali mobili Rai.tv e Rai.it, così come le offerte di app, sono a disposizione degli inserzionisti italiani tramite la piattaforma di Rubicon Project. Gli spazi adv di tutti i siti saranno assegnati attraverso l’automated advertising. Fabrizio Piscopo, amministratore delegato di Rai Pubblicità, ha dichiarato: “Crediamo fermamente nel potere dell’automazione della pubblicità e la scelta di collaborare con Rubicon Project lo dimostra chiaramente. L’automazione della pubblicità non solo rende più efficiente il processo di acquisto e vendita, ma assicura anche una maggiore efficacia. Ciò significa che il nostro pubblico in tutto il paese sarà esposto a messaggi più pertinenti basati sui suoi interessi con nuove soluzioni native. L’automazione sta liberando il comparto nel suo complesso e, ora, le agenzie di media sono in grado di offrire agli inserzionisti un livello di servizio superiore, mentre le agenzie creative stanno sviluppando contenuti più mirati. Attendiamo con ansia i risultati di questa collaborazione perché andrà a beneficio di tutti gli operatori del settore”. «Abbiamo sancito un pezzo della storia della comunicazione in Italia, perchè stiamo portando una delle più antiche concessionarie nazionali di spazi pubblicitari in programmatico, ed è soprattutto un’azienda statale. Con tutto quello che questo status comporta. In Rai hanno un approccio programmatico molto razionale, lo vivono come un ulteriore fonte di remunerazione rispetto al loro reparto vendita, con cui non entreremo in competizione. L’accordo ci impegna nella vendita degli spazi display e mobile in modalità programmatic. Per quanto riguarda il video, hanno preferito continuare a utilizzare logiche di direct sale. Questa collaborazione rafforza il nostro piazzamento premium e valorizza le sue inventory di qualità», ha commentato a DailyNet Sara Buluggiu, country manager per l’Italia e sales director per il Sud Europa di Rubicon Project. L’incontro nella sede milanese di Rubicon Project è stata un’occasione per intervistare anche Jay Stevens, general manager di Rubicon Project. Recentemente avete fondato Pangaea Alliance. L’accordo con la Rai, che mette a disposizione deivostri clienti inventory di qualità, può essere il primo passo per replicare quel modello anche nel nostro paese? Stevens: «Pangaea è una cooperazione tra editori premium. La differenza tra Pangaea e le altre cooperative è la condivisione dei dati tra i vari attori. Non dico che in Italia non sia possibile un’organizzazione del genere, ma sicuramente ci vorrà del tempo prima che i publisher abbraccino questa logica. Proprio lunedì scorso abbiamo lanciato un progetto del genere in Argentina che raccoglie Clarín, La Nación, Perfil, Infobae y Telefe, e le sue pubblicazioni associate, e Radio Mitre. Si chiama Rpa Media Place. Ma in Italia c’è già qualcosa di simile: Gold5». Negli Stati Uniti, il 42% della spesa pubblicitaria è destinata al programmatic. A che punto è l’Europa? Stevens: «L’Uk, il mercato più sviluppato del Vecchio Continente in questo settore, si sta avvicinando a quei livelli. Anche la Francia possiede una grande sensibilità verso questa tecnologia. L’Italia è maturata molto in fretta, i publisher e i buyer sono stati molto bravi a sviluppare modi di utilizzare il programmatic trading. Negli Stati Uniti il programmatic assorbe grandi fette del budget adv, ma è basato sulle performance. In Italia e Francia, invece, ho visto molti tentativi per sfruttarlo anche in altre maniere, ad esempio per le campagne branding». Rubicon Project ha da poco annunciato la crescita del programmatic direct (+160%) e del programmatic mobile (+200%). Saranno questi i trend dell’immediato futuro? Stevens: «La crescita del mobile è ormai un dato di fatto, e Orders è stato importante per lo sviluppo di questo canale. Ha aggiunto una grande efficienza al buying process. Il programmatic, con il fiore all’occhiello del mobile, confermerà la sua ascesa anche nel 2016. Ho visto degli studi che comparano la crescita mobile nel Q1 e Q2 di quest’anno: il risultato è molto positivo. Le mie previsioni sono su questa falsariga, anche perché gli utenti spendono sempre più tempo sui device mobile e i marketer hanno compreso questa tendenza e, d’accordo con questa, stanno allocando i budget sul mezzo. La settimana scorsa abbiamo abilitato la possibilità di gestire con la nostra piattaforma anche preroll e midroll. Adesso, raccogliamo la domanda di display, video e mobile su un singolo marketplace dove i publisher possono offrire le loro inventory».