DailyMedia 17 aprile 2014

Con il -5,8% registrato a febbraio, il mercato pubblicitario ha incassato una riduzione tendenziale del -4,3% per il primo bimestre. In valore si parla di un totale degli investimenti in adv pari a 940,154 milioni di euro nel periodo gennaio febbraio 2014 contro i 982,876 dello stesso periodo dell’anno precedente e, a conti fatti, ciò si traduce in altri 42,7 milioni di euro circa persi. Determinante per il calo a febbraio è stato il consistente decremento degli investimenti – pari al -23,4% da parte delle Tlc, che con una quota del 6,5% del mercato pubblicitario rappresentano il quinto settore “big spender”. I settori di punta, l’Automotive e il Pharma hanno messo a segno rispettivamente una crescita del +0,7% (pari a 6 milioni di euro) e del +8,3% (4 milioni), mentre gli Alimentari sono calati de -3,9%, contribuendo allo stallo del comparto del Largo Consumo causato soprattutto dalla contrazione derivante dal Beverage (-29,3%) e dalla Cura persona (-14,1%). Per quanto riguarda i mezzi, benché abbia mantenuto una lieve positività (+0,2%) nel periodo cumulato gennaio-febbraio, la televisione ha chiuso il secondo mese dell’anno a -1%; per la stampa, proseguono le difficoltà: il primo bimestre si è chiuso con -16,3% per i quotidiani e con il -14,7% per i periodici, ma per entrambi il dato di febbraio è -17,4%, in peggioramento rispetto al -15,1% e al -11,8% registrati a gennaio. Per la radio, le notizie sono invece positive: grazie a un incremento del +9% per febbraio e del +7,5% per il bimestre, il mezzo risulta in controtendenza rispetto al mercato. Note dolenti per outdoor (-21% nel bimestre), out of home tv (-16,4%), cinema (-10,8) e direct mail (-9,6%) e internet registra un dato negativo del -6,3% nel primo bimestre e del -8,1% nel singolo mese di febbraio. Infine, uno sguardo predittivo, in merito al quale l’Advertising Information Services Business Director di Nielsen dice di concordare con le stime recentemente ipotizzate dal presidente di Upa, Lorenzo Sassoli de Bianchi, in merito alla possibile chiusura trimestrale a -3% e a 0/-1% per quella annuale.