DailyMedia 20/12/2017

In dirittura d’arrivo della fine dell’anno e in base ai dati consolidati relativi ai primi 10 mesi, il presidente Lorenzo Sassoli de Bianchi rivede le stime di UPA sulla chiusura degli investimenti per il 2018, ritoccandole al 1+% (circa) rispetto al precedente +1,8%. E, in questa intervista esclusiva a DailyMedia, spiega questa revisione come frutto non di una causa precisa e prevalente, ma come il combinato disposto di tanti fattori che stanno generando un “momento di sospensione” che caratterizza il sistema-Paese, dalla politica al clima di fiducia, dal sentiment e relativi comportamenti d’acquisto dei consumatori a quelli delle aziende, dalle tensioni all’interno del mercato dei mezzi alle conseguenze anche concrete della non partecipazione della nostra Nazionale ai Mondiali di calcio 2018. «Con search e social – spiega Sassoli – il periodo gennaio-ottobre si è chiuso al -0,4% e al -3,1% senza le stime Nielsen relative a Google e Facebook. Novembre e dicembre evidenzieranno un risultato migliore, ma settembre e ottobre sono stati sotto le aspettative, e la survey interna che abbiamo appena concluso ci ha portati a rivedere il tasso di crescita atteso. Non ci sono motivi precisi, ma sta di fatto che, mentre crescono settori come l’auto e il farma-cura della persona, ci sono tagli, tra gli altri, da parte di alimentare – che è il comparto leader per investimenti -, grande distribuzione e tlc, queste ultime probabilmente perché le riduzioni dei margini hanno conseguenze sui budget di comunicazione. L’altra evidenza del nostro citato e consueto monitoraggio tra le aziende associate è che c’è una riduzione dei budget da parte dei big spender, con una tenuta delle medie imprese e una crescita delle piccole. Un comportamento che proseguirà anche nel 2018, per il quale pure ora stimiamo una chiusura sempre dell’1%». Attendismo degli investitori Dopo un 2017 “modesto” rispetto al 2016 (che chiuse al +3,5%), analoga prospettiva si delinea quindi anche per il prossimo anno. «Sicuramente, purtroppo, l’assioma “anno pari – anno ricco” non ci sarà e anche per UPA, come per le aziende, la “visibilità” temporale è ridottissima -continua Sassoli -. La tornata elettorale che ci attende, come da tradizione, deprime gli investimenti e, in più, c’è la prospettiva di una sostanziale incapacità o impossibilità da parte delle forze politiche di dar forma a un Governo, con il rischio che si debba anche tornare a votare pochi mesi dopo, determinando una situazione di stallo che si congiungerà con quella della mancata partecipazione dell’Italia ai campionati di Russia. Si assisterà quindi al paradosso dell’essere in presenza di un’economia che sta dando buoni risultati da una parte e di un atteggiamento attendista da parte degli investitori, con scatti e frenate dettati da umori e mode contingenti che generano un quadro instabile». Tensione nella industry Il clima di crescente tensione “politica” si sta pesantemente trasferendo anche sulla industry dei mezzi, con Mediaset che ha ripreso ad attaccare la Rai, e non solo a parole, visto che un suo esposto sulle politiche commerciali, ritenute scorrette, di quest’ultima, era all’ordine del giorno anche del Consiglio AgCom di ieri. Sassoli non entra nel merito, ma si limita a ricordare il progetto di riforma della tv pubblica già lanciato da parte di UPA che, alla base, proprio per la sua natura, quest’ultima auspica che sia sganciata dalla politica. «Il modello che ci immaginiamo – ribadisce il presidente – è quello della BBC, affidata a una Fondazione, con possibilità di ridurne l’affollamento o di eliminare del tutto la pubblicità da uno dei tre canali generalisti, a fronte dei maggiori proventi derivanti alla Rai dal canone in bolletta. Finora, delle nostre raccomandazioni, è stata accolta solo quest’ultima, ma la nostra è una proposta complessiva, mentre il focus del contendere, adesso, è solo su un aspetto. UPA, su questo, non commenta, anche perché rappresenta piccoli, medi e grandi investitori. Certo, è intuibile che un affollamento più basso, in generale, favorisca questi ultimi, ma del resto è anche vero che il contesto in cui operano gli spender è molto cambiato rispetto a quello in cui sono partite le tv commerciali, e anche piccoli investitori hanno molti più canali, non solo in senso televisivo, per le loro campagne. Quel che conta, alla fine, è il costo per grp, e ogni azienda fa le sue scelte in base agli obiettivi che si pone». Bene la fusione AssoCom-Unicom Venendo infine al mondo associativo, Sassoli conferma il progresso del lavoro in corso con AssoCom e Unicom per la stesura del “Libro Bianco” sulle gare e – sollecitato di commentare l’annunciato progetto di fusione tra queste ultime due – ne approfitta per affermare che, personalmente e come UPA, è un processo visto positivamente, come tutte le fusioni che rafforzano il mondo associativo. L’ultima “chicca” riguarda l’anticipazione del titolo del prossimo incontro dell’associazione degli utenti con il mercato, che si terrà il 4 luglio sempre al Teatro Strehler e che si intitolerà “UPA Settanta”: l’associazione venne fondata infatti nel 1948, e Sassoli vuole celebrare l’anniversario rievocando quello che è successo in questi decenni come base per guardare al futuro e alle nuove sfide che attendono l’industry della comunicazione.