DailyMedia 24/07/2014

«Stando ai primi sei mesi, nonostante questo sia un anno pari, cioè uno di quelli in cui paghiamo per i grandi eventi, in questo caso i Mondiali di Calcio, e anche al netto dei 150 milioni di euro (di tagli imposti dal Governo, ndr), l’obiettivo di andare in pareggio di bilancio per il 2014 sembra abbastanza vicino». Lo ha detto ieri il d.g. della Rai, Luigi Gubitosi, in audizione in Commissione Trasporti, aggiungendo: «Nella prima parte del 2014, per la raccolta siamo cresciuti più del mercato, grazie ai Mondiali, ma comunque è un trend positivo che continua». In effetti, è un commento suffragato dai dati, perché da gennaio a giugno, l’incremento del fatturato pubblicitario – stando a quanto già aveva anticipato a DailyMedia l’a.d. della concessionaria interna, Fabrizio Piscopo – è stato del 4% che, in proiezione, potrebbe anche arrivare al +5% alla fine di questo mese. La raccolta record di 76 milioni di euro generata dall’evento brasiliano con ascolti quasi in linea per la parte finale del torneo rispetto a 4 anni fa nonostante l’assenza della nostra Nazionale, si spalma infatti tra lo scorso mese e luglio, che dovrebbe chiudere, sempre secondo quanto ci risulta, intorno al +18% rispetto allo stesso periodo del 2013. Quanto ai metodi della raccolta Rai – abbastanza criticati dal mercato – sempre Gubitosi ha aggiunto di non pensare che siano diventati troppo aggressivi: «Forse lo possiamo sembrare rispetto al 2012, quando la Rai non era proprio sul mercato – ha detto -. In ogni caso, il nostro prezzo medio è ancora più alto dei concorrenti. E mi viene qualche dubbio sul fatto che i nostri siano metodi aggressivi, guardando al numero alto di clienti esclusivi che ancora ha il nostro principale concorrente». Tornando ai temi generali, il d.g. ha poi detto: «Dal 2012 abbiamo ridotto i costi tra gli 80 e i 90 milioni l’anno e in questo primo semestre abbiamo già tagliato 40 milioni, quindi siamo in linea». Uno dei temi principali di Gubitosi è stato anche la necessità della digitalizzazione dell’azienda e dei suoi contenuti: «Per il 2015 dovremmo aver raggiunto quell’aggiustamento tecnologico necessario per essere come i principali broadcaster esteri: nonostante la crisi, stiamo continuando a investire in tecnologia, con un’accelerazione per il web». Quanto a Rai Way, invece, «sarà pronta in autunno». Intanto, proprio ieri in serata, sempre Gubitosi ha portato in una CdA informale (quello formale è oggi) il progetto di riforma dell’informazione preparato in collaborazione con Nino Rizzo Nervo (presidente della Scuola di giornalismo di Perugia), Valerio Fiorespino (responsabile delle Risorse Umane della Rai) e Carlo Nardello (direttore dello sviluppo strategico). Il piano porterà alla riduzione delle testate che, da 10, verranno accorpate fino a 4-5, e delle edizioni dei tg nazionali (21) e regionali (3), oltre che di quelle radio. Insomma, quella che si prospetta è una Rai modello Bbc, così come lo stesso d.g. l’ha delineata in un’intervista che apparirà domani sull’Espresso e della quale sono stati anticipati ieri alcuni passaggi. «Il piano ha un nome. Si chiama “15 dicembre”. In quella data nel 1979 nacquero la Tgr (Testata giornalistica regionale, ndr) e il Tg3, completando l’assetto delle testate. Da allora c’è stato un cambiamento politico, sociale, tecnologico, economico e mediatico epocale. Ma noi siamo rimasti legati a quel modello, logico in uno schema senza concorrenza e con internet inesistente». Il progetto deriva dallo studio dei broadcaster internazionali. «Oggi, con il completamento del passaggio al digitale, tutte le redazioni sono diventate totalmente intercambiabili e organizzate con la stessa piattaforma tecnologica. I marchi dei tre giornali radio sono rimasti identici, ma ci sarà una redazione sola. Il cambiamento è strutturale, ma non formale». La “rivoluzione” sarà in due fasi: «La prima si dovrà realizzare tra il 2015 e il 2016 e prevede la nascita di due newsroom. La 1 composta dall’accorpamento di Tg1 e Tg2 più Rai Parlamento. La 2 formata da Tg3 più Rai News, Tgr, Cciss, meteo e web. Newsroom 1 sarà generalista e avrà anche un canale istituzionale. La 2 porterà un’evoluzione dell’all news integrando offerta nazionale, internazionale e locale».