DailyMedia 30/05/2018

A circa undici mesi dalla presentazione ufficiale le associazioni che hanno lavorato al “Libro Bianco sulla comunicazione digitale”(AssoCom, FCP-Assointernet, Fedoweb, Fieg, Iab Italia, Netcomm, Unicom, Upa) rilasciano la seconda edizione con i primi importanti aggiornamenti, relativi in particola-re al capitolo “Brand Safety e Brand Policy”. Aggiornati, inoltre, i dati sugli investimenti pubblicitari nel capitolo “Trasparenza su investimenti pubblicitari” e ampliata la lista delle società di adverification nel capitolo “Viewability”. Lo si legge in una nota diramata nella giornata di ieri. “Brand Safety e Brand Policy”Il capitolo “Brand Safety e Brand Policy” è stato ulteriormente articolato e approfondito, a fronte dell’importanza sempre crescente che il tema sta assumendo per l’intera industry del digitale. L’obiettivo è proporre norme condivise di comporta-mento fra domanda e offerta in merito all’applicazione di Brand Safety e Brand Policy, affinché la loro attuazione non generi riduzione di valore per l’intera filiera e non sia limitante per l’efficacia delle campagne. Si riparte dal-le definizioni: Brand Safety è la messa a disposizione per i brand di contesti di comunicazione in linea con la legge; Brand Policy di contesti in linea con le policy specifiche del brand scelte e indicate per ogni campagna di comunicazione. Ad Verification e keywordIl capitolo approfondisce, inoltre, la parte sulle meccaniche di utilizzo degli strumenti di Ad Verification per il monito-raggio del rispetto della Brand Policy dei singoli contenuti e l’eventuale attività di blocco dell’erogazione degli annunci, distinguendo tra due diversi e possibili macro-ambiti di acquisto che il mercato offre: in blind e in transparent. Al corretto utilizzo delle keyword nel processo della Brand Policy è dedicata particolare attenzione. Evidenziati i rischi connessi ad una semplicistica applicazione di quanto attualmente vigente nell’acquisto della search advertising e/o negli acquisti in modalità blind, ovvero utilizzo di liste lunghissime di keyword non semanticamente correlate con i contenuti ma in stringente logica di matching. La Brand Policy basata solo su keyword senza una base semantica aumenta il rischio di bloccare l’erogazione della campagna anche in contesti di comunicazione qualificati. In tal senso vengo-no proposti alcuni semplici accorgimenti operativi da seguire per migliorare l’attuale rendi-mento delle campagne basa-te su keyword. Consapevole utilizzo del Passback, la tecno-logia che consente di monetizzare le chiamate che l’adserver della concessionaria passa a una piattaforma di terze par-ti e che la stessa non trasforma in impression in quanto non ha o blocca, nel caso di utilizzo di sistemi di Ad Verification, gli annunci da pubblicare. Passback il cui utilizzo va distinto tra ambito programmatico e acquisto in modalità diretta o programmatic guaranteed. Un incontro per l’industry. Le associazioni stanno, infine, programmando un incontro destinato a coinvolgere l’intera industry per illustrare i nuovi contenuti e fornire quelle competenze specifiche che permettano una corretta applicazione delle regole di Brand Safety e Brand Policy.

FCP - icona per file ACROBAT PDF Scarica la Seconda Edizione del “Libro Bianco sulla Comunicazione Digitale”