DailyMedia 4/07/2018

Come anticipatamente ipotizzato da DailyMedia, Andrea Riffeser Monti è il nuovo presidente della FIEG. Il v.p. e a.d. di Poligrafici Editoriale è stato eletto ieri all’unanimità dall’assemblea della Federazione degli Editori, e succede a Maurizio Costa, che ha svolto il numero massimo di mandati previsti dallo statuto (4 anni). Si è successivamente riunito il Consiglio Federale che ha proceduto alla definizione dei relativi organi. Francesco Dini e Giuseppe Ferrauto sono stati nominati vicepresidenti rispettivamente per i quotidiani e per i periodici. Il primo è consigliere di GEDI ed è già stato membro del Comitato di Presidenza e consigliere incaricato per i Problemi della Pubblicità della FIEG. Il secondo è consigliere e d.g. di Cairo Editore, nonché consigliere delegato di Cairo Publishing. In definitiva, una soluzione alla Governo Lega – M5S, con un presidente un po’ super partes (espressione però di un Gruppo editoriale, mentre Costa non lo era più) rispetto ai due vice, che fanno parte degli altrettanti principali Gruppi editoriali del nostro mercato e, cioè, quello di Repubblica e la Stampa da una parte e quello di Urbano Cairo che ora comprende anche RCS dall’altro. Dini e Ferrauto rilevano le poltrone di Massimo Cincera (di Sesaab) e di Enrico Selva Coddè (della Mondadori). Sono state inoltre rinnovate tutte le altre cariche sociali per il biennio 2018-2020, di cui riferiamo nell’apposito box. Tavoli di confronto “Sono onorato di essere stato scelto a guidare la FIEG in un periodo di grande difficoltà di tutta l’economia che tocca, in particolar modo, il nostro settore – ha dichiarato Riffeser Monti, che era già presidente dei quotidiani regionali -. Le sfide che ci attendono ci stimolano ad aprire molteplici tavoli di confronto con le istituzioni, gli enti e tutte le categorie che si interfacciano con il nostro mondo. Vogliamo tenere aperti questi tavoli di lavoro fino a quando non saranno consolidati rapporti di condivisione su tutti i cambiamenti da mettere in atto, assolutamente necessari e improcrastinabili per poter garantire i posti di lavoro, il ricambio generazionale e, soprattutto, il rispetto dell’articolo 21 della Costituzione Italiana. E per garantire la pluralità e la libertà di stampa ritengo sia fondamentale accrescere la penetrazione politica, culturale e diplomatica, in Italia ma anche negli altri Paesi. Per affermare la propria indipendenza e autorevolezza la stampa deve poter contare sul sostegno del Governo e delle istituzioni italiane”. Il programma Per quanto riguarda i contratti di lavoro, il programma del neopresidente prevede: introduzione di condizioni contrattuali che garantiscano economicità e flessibilità rispetto a quelle attuali; intervento sugli istituti economici e normativi per raggiungere una complessiva riduzione del costo del lavoro e delle sue dinamiche incrementali; agevolare l’inserimento di nuove risorse per favorire il ricambio generazionale; e, infine, intervenire sull’INPGI, affrontando il deficit ingestibile e senza prospettive di risanamento. Sempre Riffeser Monti ha poi presentato i quattro punti di “un nuovo modo di presentarsi al lettore”: intervenire sulla legge sull’editoria per riequilibrare le norme che penalizzano la vendita dei giornali e ne frenano la liberalizzazione; ribadire il concetto di edicola come presidio territoriale con funzione di servizio pubblico, modificandone la forma giuridica e inserendo nuove funzionalità di utilità per il territorio (stampa di certificati, vendita di biglietti, presentazione di domande, servizi igienici, punti di primo soccorso con presenza di defibrillatori, ecc…); potenziare il sistema di consegna a domicilio attraverso nuovi canali distributivi multiservizi; accordo con il sistema bancario per trasformare le filiali in punti informativi, rafforzando la funzione di educazione finanziaria dei quotidiani. Accordi strategici Sempre nel programma di Riffeser Monti sono indicati gli accordi strategici che a suo giudizio devono essere definiti e siglati con enti pubblici, privati e associazioni: definire una nuova immagine della stampa, che basi le propria fondamenta su una relazione sempre più stretta con i cittadini e i lettori; creare un rapporto di partnership con le società e gli enti che possono promuovere e agevolare la consegna dei quotidiani nelle case dei lettori; instaurare una collaborazione con il sistema bancario per arricchire le filiali con un’offerta di servizi legati al mondo dell’informazione; e identificare le istituzioni che, attraverso un’innovativa visione delle news, possano diventare artefici del cambiamento richiesto dalle nuove generazioni. Valorizzare il prodotto editoriale In merito al rapporto trasparente con gli elettori e alla pubblicità degli appalti, il nuovo presidente richiede una garanzia di spazi equilibrati per i partiti anche sulla carta stampata nazionale, regionale e locale, con lo scopo di assicurare ai lettori un’informazione completa e imparziale durante le campagne elettorali, e l’obbligo di pubblicazione su tutta la carta stampata degli appalti (bandi e avvisi, pubblicità finanziaria, aste giudiziarie). Infine, l’argomento “tutela e valorizzazione del prodotto editoriale”: riconoscimento integrale della proprietà intellettuale relativa ai contenuti dei quotidiani; il copyright deve essere tutelato anche nel web e in tutto l’ambito digitale, per contrastare l’utilizzo non remunerato dei contenuti editoriali; prevedere un diverso utilizzo dei dati degli utenti (OTT), anche ai fini pubblicitari; introduzione della web tax; promozione di un nuovo modello di remunerazione delle rassegne stampa; e riequilibrio della distribuzione delle risorse pubblicitarie, attraverso l’introduzione di limiti di affollamento e tetti di raccolta per radio e tv, e incentivi di natura fiscale per la carta stampata. Il DPCM sulla pubblicità incrementale Intanto, è attesa a giorni la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della normativa sul credito d’imposta sulla pubblicità incrementale (incentivi fiscali agli investimenti pubblicitari incrementali su quotidiani, periodici e sulle emittenti televisive e radiofoniche locali, e misure di sostegno alle imprese editoriali di nuova costituzione). Poiché le relative domande si potranno poi fare tra il 60° e il 90° giorno dopo quello appunto di pubblicazione del DPCM, e supponendo che essa avvenga diciamo entro il 10 luglio, ciò significa che le agevolazioni si potrebbero chiedere tra il 10 settembre e la stessa data del mese successivo. Da un lato, questo evidenzia il ritardo con cui il Decreto diventa effettivo ma, dall’altro, mette gli interessati, anche piccoli operatori, nelle condizioni di avvalersene dopo la pausa estiva.