DailyNet 8/05/2015

Stanchi della classica e un po’ ripetitiva programmazione radiofonica odierna? Una domanda di fronte alla quale il popolo potrebbe fare spallucce, se solo fosse interessato alla questione. Questo perché la radio, in barba ai discorsi pubblicitari altalenanti, funziona sempre, crea personaggi, ospita il passaggio di star televisive e cinematografiche, attira la curiosità, crea entusiasmo. Ma la musica? Sempre la stessa: il pop asettico e privo di personalità, divagazioni hip hop, diramazioni rock, meglio se dotate di cori da stadio. E se un futuro differente fosse possibile in rete? Le radio digitali, o web radio che dir si voglia: se ne parla, neanche poco, possono contare su una fan base tutt’altro che misera e sparuta, altrimenti dalle parti di Finelco non continuerebbero a investire, a pensare, a progettare da dieci anni a questa parte. Le ultime nate si chiamano Rmc Hits (https://www. radiomontecarlo.net/sezioni/ 1238/rmc-hits), Virgin  Radio Rock Hits (https://www.virginradio.it/sezioni/ 1239/virgin-radio-rockhits), Virgin Radio Rock Party (https://www.virginradio.  it/sezioni/1240/virgin-radio-rock-party). DailyNet non ha perso tempo e si è sintonizzata sulle frequenze di Beppe Cuva, direttore artistico e responsabile delle web radio, noché tv, del gruppo, e di Edoardo Hazan, digital director di Finelco. Cuva, che in radio è approdato nel 1980, ha ovviamente visto di tutto; eppure appare poco propenso a lasciarsi andare alla nostalgia. Pragmatismo legato alla contemporaneità, con qualche speranza per il prossimo futuro.

Continuate a investire in web radio, ci credete sul serio e perché?

«Ci crediamo eccome, se è vero, come è vero, che abbiamo iniziato questo percorso nel 2005; a dieci anni di distanza siamo passati da 10 a 40 web radio. Quella della radio digitali  è un’esperienza a parte rispetto alla realtà dell’emittenza radiofonica classica. Spesso si può parlare di progetti, magari anche limitati temporalmente, o

anche legati a eventi speciali; ma è possibile anche definire la web radio come un prolungamento dell’esperienza vissuta su fm, una sorta di palestra per talenti in erba. Precisiamo che noi non consideriamo la dimensione

web legata alla conduzione classica. Le nostre sono radio digitali di flusso musicale. Playlist ragionate,

create seguendo un filo logico, ma senza l’ausilio di presentatori».

Verrà il giorno in cui le frequenze classiche sarano sostituite daquelle digita li?

«Uno scenario possibile, ma non certo oggi, almeno in Italia. Perché la web radio possa emergere come leader dovrebbe cambiare il panorama tecnologico nazionale: in sintesi, se decido di ascoltare radio in rete, il più delle volte

vi accedo da device mobili e il consumo di banda è assicurato e veloce. Non ci si muove solo a Milano, dove l’accesso a internet è nettamente più veloce rispetto anche a un comune  della Brianza. Ma in futuro, quando la dimensione digital sarà fruibile a tutti in maniera indistinta se ne potrà discutere»

Ci sono delle aree  musica li che meglio si prestano a una programmazione digitale?

«Dipende dai trend, dai gusti del pubblico. Si sperimenta di continuo, ma quello che funziona sempre e comunque è il pop mainstream, le cosiddette hit. Poi ci sono delle particolarità: i fan dello Zoo di 105 possono estendere

l’esperienza ascoltando su web Zoo Radio; Radio Bau ha riscontri decisivi sugli amanti degli animali. Stesso

discorso si può fare per i target di riferimento».

A livello pubblicitario cosa cambia rispetto alla dimensione fm ?

«Poco o nulla, nel senso che anche in rete abbiamo dei cluster, certo meno frequenti, magari con intervalli

di tempo di 20 minuti. Chi investe (e i settori ci sono tutti, dall’automotive all’energia, passando per food e beverage) è consapevole di raggiungere numeri minori ma spesso più interessanti perché concentrati su utenti fidelizzati».

La web radio non potrebbe ritagliarsi uno spazio di  approfondimento, di ricerca , quello che un tempo veniva

portato avanti da Rai Stereo Notte, per fa re un esempio prestigioso?

«Quel modo di fare radio oggi è praticamente impossibile, soprattutto all’interno dei grandi network. La colpa

è della tv che, con i talent vari, ha di fatto imbastardito la cultura musicale. Ne siamo consapevoli, appoggiamo

i voleri del pubblico ma questo crea omologazione. Al giorno d’oggi funziona la radio jukebox, perché non

c’è più tempo e non esiste neanche più la discografia di 20-30 anni fa. La emittenti nazionali hanno come pro

la possibilità di essere sentite ovunque, ma il contro è rappresentato da una diversificazione ormai collettiva.

Su web si sperimentano nuovi linguaggi, inediti approcci. Una vera e propria palestra dai risvolti futuri ancora

non verificabili». Edoardo Hazan, dal canto suo, si inoltra nei meandri dei numeri che, solitamente, non dicono mai bugie.02-2015: da tredici anni

 

Come stanno andando i siti in termini di traffico ?

«Abbiamo rifatto e lanciato i nostri tre siti in soli 3 mesi fra gennaio e marzo 2015 e i primi risultati si vedono

già su 105.net che ha superato i 2,1 milioni di visitatori unici totalizzando un +28% di traffico rispetto

ad aprile 2014 che ci fa bene sperare nel raggiungimento dei preventivati 2,5 milioni di visitatori unici

entro fine estate. E sottolineo senza il traffico di supporto di altri portali di cui beneficia il nostro main

competitor. Quindi 105.net assume ancora più valore. Prevediamo una crescita proporzionalmente analoga

anche per Rmc (che ha già un +12, 5% aprile 2015 su aprile 2014) e nutriamo grandi aspettative su Virginradio.

it con cui entro il 2015 prevediamo di arrivare a 700.000 visitatori unici, che si conferma più che

mai il sito più autorevole d’Italia per la musica rock».

Come procedono  le cose sul fronte della raccolta pubblicitaria?

«La raccolta pubblicitaria sul fronte digital sta dando buoni risultati, il periodo gennaio – aprile registra un +20% sugli stessi mesi dello scorso anno che erano già positivi sul precedente, quindi potremmo ben sperare nell’inversione di tendenza che ci porterebbe al raggiungimento degli obiettivi che la concessionaria si è posta per l’anno

in corso. La concentrazione è maggiore sui progetti speciali e sull’area delle 38 web radio del gruppo. Un boost interessante è stato avvertito su due aree di business, rispecchiando perfettamente i trend di mercato, ovvero il mobile e il programmatic».

Ci sono all’orizzonte dei progetti speciali legati ai singoli siti?

«Più che pensare a nuovi progetti puntiamo a consolidare e a migliorare quel segmento in cui rappresentiamo l’eccellenza: i contenuti». <raccontiamo con passione la