DailyMedia 12 febbraio 2014

Il quotidiano è, e resterà, centrale nella definizione del marketing mix delle aziende. Perché è versatile, efficace e in grado di apportare valore reale alle aziende/brand oggetto di campagna promozionale. Questo, in estrema sintesi, quanto emerge dalle parole dei protagonisti dell’incontro con la stampa voluto lunedì sera dalle concessionarie di pubblicità dei due principali quotidiani italiani, la Repubblica e Corriere della Sera. All’evento, svoltosi al Teatro Dal Verme a Milano (con replica a Roma), hanno partecipato i due direttori dei giornali, Ezio Mauro e Ferruccio De Bortoli, moderati da Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente Upa, i due numeri uno delle concessionarie, Massimo Ghedini e Raimondo Zanaboni, rispettivamente a.d. di Manzoni e direttore generale di Rcs Pubblicità, e Silvio Siliprandi, ceo di Eurisko, chiamato a confermare con i numeri gli assunti alla base dell’incontro. Ne è emerso un quadro che non esprime una “nuova era” per i quotidiani ma la continuazione dell’era precedente alla crisi attuale (-21,2% di fatturato pubblicitario), grazie all’apporto degli strumenti di accesso digitali, in grado di trasformare il giornale cartaceo in “sistema pubblicitario” multi mediale, multi target, e multi obiettivo. Obiettivo ammesso da Ghedini in apertura dell’incontro. Un’occasione per ribadire agli investitori come grazie allo sviluppo dei sistemi multipiattaforma, il rapporto tra quotidiani e lettori si sia persino intensificato, con una disponibilità del mezzo ovunque e in qualunque momento e una conseguente crescita delle readership e del tempo speso in lettura, analizzati in una logica “Total Audience” (offline+online). Il tutto mantenendo la capacità di portare valore aggiunto alla comunicazione attraverso i valori di sempre: autorevolezza e capacità di “fare opinione”. I dati a conferma dello scenario raccontato sono quelli di Eurisko, illustrati alla platea direttamente dal ceo dell’azienda. La ricerca Eurisko ha confermato anche l’altro degli assunti della serata, quello legato alla sua efficacia pubblicitaria, dimostrando come l’esposizione a una campagna multimedia possa far variare l’awareness di oltre il 10%. Un mezzo, in definitiva, con un grande passato e un altrettanto grande futuro. Ovviamente a condizione che il mercato sia d’accordo.