AdvExpess 20 luglio 2012

AssoComunicazione ha ufficializzato la propria posizione ai microfoni di ADVexpress tv, attraverso la voce del suo presidente Massimo Costa e del direttore generale Fidelio Perchinelli, in merito alla gara Poste Italiane e che in questi giorni ha sollevato un ampio dibattito tra i protagonisti dell’industry della comunicazione. L’attività di dumping, sottolinea Costa, trasforma il business delle agenzie in una commodity togliendole qualsiasi valore aggiunto, oltre ad avere conseguenze negative per i clienti stessi. Al di sotto una soglia minima di remunerazione infatti è impossibile per le agenzie coprire i costi e fornire ai clienti un lavoro di qualità. Ad AssoComunicazione non è consentito prendere provvedimenti punitivi nei confronti delle agenzie non associate, tuttavia, in qualità di organismo rappresentativo di precisi codici deontologici in materia di gare e remunerazione, deplora simili atteggiamenti di autolesionismo che minano la credibilità, la professionalità e gli stessi investimenti nel settore. Diverso il discorso per le agenzie associate. Come annunciato nel suo programma elettorale, tra le cui priorità ci sono la regolamentazione delle gare e la definizione di corretti parametri di remunerazione, il presidente sta pensando a una rifondazione della stessa AssoComunicazione e a un codice deontologico più restrittivo per gli associati. Per fondare una nuova AssoComunicazione, Costa sta organizzando un road show lungo la Penisola per conoscere la base associativa con cui condividere il ruolo dell’Associazione, la sua funzione e la sua rappresentatività, anche in termini di etica comportamentale, per poi rifondarla su nuovi parametri. Cominciando dalla definizione condivisa di un nuovo codice deontologico, etico e professionale, di regole d’ingaggio più severe da rispettare per le agenzie socie. L’Associazione, tuttavia, non ha potere coercitivo né la possibilità di fare cartello, vietato in Italia per legge, può semplicemente valutare provvedimenti punitivi più severi. Consapevole che il rispetto di regole di buona condotta sta nella responsabilità individuale di ciascun associato. Certamente la crisi ha accresciuto maggiormente le problematiche che attanagliano da anni il comparto e che chiamano in causa sia le aziende e l’Upa, sia le agenzie e la stessa AssoComunicazione. Costa, al riguardo, ricorda che alla costante attenzione e apertura al dialogo sulle questioni comuni da parte del presidente dell’Upa Lorenzo Sassoli de Bianchi, che da sempre sostiene il principio ‘Don’t squeeze the supplier’, cioè ‘non spremere  il fornitore’, non sempre corrisponde da parte delle aziende lo stesso rispetto per le esigenze delle imprese di comunicazione. Esiste una grammatica chiara sui comportamenti da tenere per agenzie e clienti sul mercato, ma spesso viene disattesa. Sul sito dell’Associazione, sottolinea Fidelio Perchinelli, direttore generale di AssoC, è pubblicato dal 2000 ‘l’abc’ deicomportamenti etici in tema di gare, una serie di codici e guidelines condivisi con l’EACA e sottoscritti da una trentina di Paesi europei. Il problema sta nel farli rispettare da tutti. I comportamenti irresponsabili, creano uno scenario sconfortante per tutti i professionisti del comparto, compresi i giovani che si affacciano alla comunicazione, settore che sembra destinato a implodere perché incapace di farsi riconoscere il valore aggiunto che si merita. Valore inteso anche come remunerazione. Proprio per monitorare il comportamento delle agenzie associate, propone l’intervistatore, si potrebbe richiedere di segnalare il fee proposto nella compilazione della scheda gare.