Sport and Web 28 marzo 2014

L’inizio del 2014 si presenta sotto promettenti auspici, grazie ad un consistente numero di variazioni tendenziali positive e ad un diffuso ridimensionamento di variazioni tendenziali negative. Il che, tuttavia, non ha impedito di arrestare la deriva dei tassi di disoccupazione e d’inflazione. Lo scenario tratteggiato consentirebbe di affermare come si sia conclusa la fase di caduta della recessione avviatasi col 2008, avviando una lieve fase di risalita entro il primo semestre dello scorso anno pur in ritardo sulle economie dei paesi dell’euro-zona, testimoniata dalla produzione industriale che ha presentat incrementi tendenziali positivi. Infatti, nel mese di gennaio la produzione industriale -presa nel suo complesso- ha fruito d’un +1,4% quale media fra il +4,5% dei beni intermedi, il +3,5% dei beni di consumo durevole, il +2,7% dei beni strumentali e il +0,2 % dei beni di consumo non durevole; ovviamente senza dimenticare la contrazione lamentata dal comparto dell’energia con un enigmatico – 5,3%. Per quanto concerne le stime previsive del rapporto 2014/2013 del totale della produzione industriale esse sono provvisoriamente prospettate nel valore del +0,9 %; mentre le stime previsive dell’aggregato dei beni di consumo (che influiscono sugli investimenti pubblicitari) sono anch’esse provvisoriamente prospettate nel valore del +1,3%. L’andamento degli investimenti pubblicitari risente dell’andamento della produzione industriale soprattutto dell’aggregato dei beni di consumo (durevole e non durevole), e dopo aver chiuso il 2013 con una variazione del -11,7% sul 2012, gli investimenti pubblicitari nel mese di gennaio hanno guadagnato sensibilmente terreno portandosi complessivamente al -1,3%. Inoltre devono essere sottolineate le variazioni tendenziali positive di cui hanno beneficiato la TV (+1,6%), la Radio (+5,1%), la TV Sat (+1,9%), senza dimenticare il ridimensionamento delle variazioni negative riguardanti gli altri media. Si è poi rilevato come la relazione funzionale fra andamento della produzione dei beni di consumo e quello degli investimenti pubblicitari che nel 2012-2013 si era dissolta, abbia mostrato segni di ricostituzione che sembra potersi realizzare nei primi mesi del 2014. L’eccezionale contrazione degli investimenti pubblicitari nel citato biennio sembra sia dovuta da un lato alle difficoltà finanziarie delle imprese dopo oltre un lustro di recessione; dall’altro alla necessità di dirottare quote consistenti degli investimenti pubblicitari verso strumenti promozionali di più immediata efficacia sulle vendite (taglio prezzi, sconti, ecc). Questo quadro ha consentito di pervenire alla provvisoria stima previsiva del rapporto 2014/2013 degli investimenti pubblicitari, che si concretizza con un +0,5%; valore che sembra congruo con quello della produzione dei beni di consumo (+1,3%). Analogamente alla produzione dei beni di consumo, la stima previsiva è suscettibile di consistenti miglioramenti, poiché l’insieme dei dati sembra promettere la possibilità di un più pronunciato dinamismo evolutivo. Per quanto concerne il ritorno sulle posizioni che gli investimenti pubblicitari detenevano prima dell’avvento recessivo, questo richiederà un ampio arco di tempo, non inferiore al triennio, poiché si dovrà recuperare circa un terzo del totale pre-recessivo, circa un quarto della TV e della Radio, oltre la metà dei Quotidiani, dei Periodici, del Cinema e delle Affissioni. Godono di ottima salute sia TV Sat (+54%) e Internet (+72,1%), poiché la loro entrata nell’arena pubblicitaria data proprio negli anni che confinano con l’avvio della recessione. L’evoluzione positiva della congiuntura ha coinvolto anche il settore delle costruzioni, nonostante esso navighi tuttora in territorio negativo. Infatti le variazioni tendenziali che hanno mortificato pesantemente detto settore per tutto il 2013 – poi costretto a chiudere con un -10,9% sul 2012 – nel gennaio ha presentato un variazione del – 7,9% nell’ambito di un trend in evidente risalita. Il commercio con l’estero si presenta al gennaio 2014 con un duplice volto: da un lato, l’incremento tendenziale del totale esportazioni (+0,2%) quale media fra il +2,6% dell’area UE e il -2,7% dell’area extra-UE; dall’altro, la contrazione del totale delle importazioni (-6,6%) quale media fra il -1,6% dell’area UE e il più pesante -11,9% dell’area extra-Ue. Quanto sopra esposto si svolge nell’ambito di una tendenza ascendente per l’import-export dell’area UE già avviatasi col secondo semestre 2013; nonché nell’ambito d’una tendenza discendente per le esportazioni verso l’area extra-UE e di una stazionarietà delle importazioni dalla stessa area. Il confronto fra export ed import ha portato, nel gennaio 2014, ad un saldo commerciale di +0,4 miliardi, in forte miglioramento rispetto al gennaio 2013 (-1,8 miliardi). Detto risultato corrisponde alla somma del saldo positivo con i paesi UE (+1,3 miliardi) e del saldo negativo con i paesi extra-UE (-0,9 miliardi). La bilancia commerciale al netto dei prodotti energetici è attiva per 4,7 miliardi. Prosegue anche nel gennaio 2014 la lenta risalita (pur permanendo in territorio negativo) delle vendite del commercio al dettaglio, risalita che ha avuto inizio a cavallo del secondo semestre 2013: nel gennaio 2014 si registra una variazione tendenziale del -0,9% per il totale delle vendite, risultante fra il -0,1% del comparto alimentare e il -1,3% del comparto non alimentare. La tendenza alla risalita è più pronunciata nella distribuzione moderna che in quella tradizionale. Il tasso d’inflazione è tornato a retrocedere passando allo 0,5% dallo 0,7% del mese precedente. Si può interpretare detta contrazione come un segno della deriva causata dalle difficoltà in cui si trova ancora la domanda da parte dei consumatori dopo sei anni di recessione. Sono ancora troppo deboli i miglioramenti congiunturali per essere avvertiti dai consumatori. Il tasso di disoccupazione è tornato a salire in gennaio raggiungendo il 12,9% dal 12,7% di dicembre, non risentendo ancora dei miglioramenti congiunturali più sopra descritti. Stessa cosa si può affermare della disoccupazione giovanile (dai 15 ai 24 anni) in quanto ha raggiunto il 42,4 % dopo il 41,6% di dicembre. Si fa notare come fra i due tassi di disoccupazione vi sia un rapporto costante che si aggira nei dintorni di 3,3. I prezzi di vendita dei prodotti industriali nel gennaio 2014 hanno segnato, rispetto al gennaio 2013, una flessione complessiva del -1,5%, quale risultato del -1,7% per il mercato interno e del -0,8% per il mercato estero (-1,0% area euro e – 0,5% area non euro). Dette variazioni vanno inserite nella tendenza riflessiva avviatasi nel secondo trimestre del 2013 per il mercato interno, mentre per i mercati esteri (euro e non euro) detta tendenza ha caratterizzato l’intero 2013. L’indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane (Iesi, Istat economic sentiment indicator), è nuovamente in discreta crescita, quale risultato del miglioramento del clima di fiducia che aleggia sulle imprese della generalità dei settori: dal manifatturiero alle costruzioni, dal commercio al dettaglio ai servizi di mercato. Il clima di fiducia dei consumatori invece segnala una contrazione anche se modesta, in quanto risente da un lato del miglioramento della componente economica mentre dall’altro risente del peggioramento del quadro personale. Infatti, l’indice del clima corrente si è contratto sensibilmente, mentre l’indice riferito al clima futuro risulta in espansione anche se modesta.