Dailynet 01/07/2014

«Gli operatori sono consapevoli delle potenzialità del mobile, ma ancora si rivolgono a questo mezzo con cauto entusiasmo». Così Davide Mondo, amministratore delegato di Mediamond Digital, commenta l’opportunità di educare il mercato sulle potenzialità del mobile, in occasione dello Iab Seminar di oggi dedicato proprio a Mobile Marketing & Advertising. «Proprio di questo – aggiunge – abbiamo tenuto conto nel lavorare alle nostre proposte commerciali mobile, dando così vita a un’offerta importante per numeri, modulare per target e in grado di creare forti sinergie con altri mezzi. Rispetto ai numeri si parla di più di 15 milioni di download delle nostre app, utilizzate settimanalmente da oltre 3,5 milioni di utenti». Qual è dunque il suo giudizio sul mercato del mobile advertising? «I segnali che ci arrivano dai dati di consumo sono assolutamente confortanti. La risposta del mercato non è ancora allineata, ma siamo convinti che tale momentaneo disallineamento sia in gran parte dovuto alla non disponibilità dei dati di audience. A breve, però, Audiweb colmerà questa lacuna grazie alla ricerca mobile: avremo finalmente i dati di consumo di tutta la navigazione da mobile, sia su tablet sia su smartphone; solo allora ci renderemo conto di quanta audience è stata ignorata fino a oggi. Oltre alla copertura aggiuntiva, la grande potenzialità dello strumento è legata al suo utilizzo individuale e alla prossimità con le call to action che ognuno di noi si trova a portata di mano». Ci può racconta re una case history legata a una vostra attività mobile? In alcuni casi il nostro ruolo di concessionaria risiede nel facilitare la co-creazione di contenuti da parte dei nostri clienti, supportati dall’expertise o dalla curation dei brand editoriali. è questo il caso di Chanteclair, un prodotto dedicato alle mamme con bambini 0-3 anni. Insieme a Nostrofiglio.it abbiamo infatti lanciato un’app-gioco sponsorizzata, che, grazie anche al supporto editoriale, è stata a lungo nella top 5 della sua categoria. In altri casi abbiamo studiato operazioni di gamification, un tipo di attività in perfetta sintonia con il mobile. Alcune nostre app vanno nativamente in questa direzione, proponendo aree gaming personalizzabili dagli sponsor. Con Tim e Mediaset Connect, per esempio, abbiamo lavorato a un progetto che, partendo dal contesto delle partite di Champions League, aggiungesse un contenuto ludico pertinente. Un bell’engagement per gli utenti. Presenterete qualche novità nei prossimi mesi? Continueremo ad averne. Abbiamo da poco lanciato l’app di TG5, costruita intorno ai tanti contenuti video, anche streaming, prodotti dalla testata giornalistica. Un’applicazione che è anche user-welcoming, un’app cioè che invita gli utenti a partecipare attivamente alla produzione di notizie, sia con i sondaggi di opinione, ripresi e commentati in tv durante i TG5, ma soprattutto con l’invio di propri contenuti-notizie, e la possibilità, come già succede, che vengano trasmessi in tv. Come sono andati questi primi sei mesi dell’anno? Questo è un anno molto complicato che vede tutti i mezzi soffrire, comparto digitale compreso. Noi in realtà, nonostante il mercato in contrazione, siamo riusciti a crescere bene grazie alla spinta della videostrategy e al grande lavoro progettuale sulle testate verticali, che ci premiano in termini di attenzione ed engagement verso i clienti.