DailyMedia 1 ottobre 2013

Dialogo aperto e proficuo con le aziende committenti, a vantaggio di entrambe le parti. Azioni efficaci per promuovere le istanze del comparto e difenderne gli interessi legittimi, a livello nazionale ed europeo, cominciando dai temi della pressione fiscale e della flessibilità del lavoro. Essere sempre di più al servizio degli associati, affiancandoli e sostenendoli nella formazione, digitalizzazione e internazionalizzazione. Questi sono gli obiettivi di Assocom che in pochi mesi ha realizzato un cambiamento radicale nell’organizzazione, nella struttura e nella modalità di azione. E che continuerà ad impegnarsi nell’interesse dell’intero settore, convinta che lo scetticismo e le divisioni interne non aiutino ad affrontare i problemi veri e seri del mercato della comunicazione. E’ questo l’incipit del comunicato emesso ieri dall’organismo di cui sono co-presidenti Peter Michael Grosser ed Enrico Gasperini in concomitanza con la scadenza dell’ultima data utile e cioè appunto il 30 settembre, per chi volesse farlo, di inoltrare le proprie dimissioni in modo da non farne più eventualmente parte dal 2014. Ovviamente e giustamente, l’associazione “reagisce” confermando il proprio impegno e i punti programmatici già illustrati in occasione dell’assunzione della guida di Assocom stessa ad interim da parte di Grosser e Gasparini dopo le dimissioni di Massimo Costa, e che la “traghetteranno” fino alle elezioni del 18 dicembre per il rinnovo del Consiglio Direttivo e la nomina del nuovo presidente. Tatticamente, è una “reazione” motivata anche dall’esigenza di rintuzzare un’ulteriore caduta di immagine e di fiducia da parte di chi, invece, ha deciso di restarvi, di fronte alle possibili notizie, che oggi potrebbero emergere, di altre strutture che avessero viceversa inoltrato le proprie dimissioni dopo quelle che già lo hanno reso noto, come ha fatto nei giorni scorsi TBWA\ Italia. Per quanto ci concerne, ad esempio, dopo quelle di tutte le agenzie Wpp, di cui Costa è country manager, si devono registrare anche quelle delle centrali di GroupM. Una scelta che avviene per coerenza con l’atteggiamento che ha deciso di assumere Wpp stessa ma che certo non è di poco conto, sia per la caratura non solo numerica delle strutture che fanno parte di GroupM, sia perchè apre un “vulnus” all’interno di quella che sembrava essere una maggior compattezza dei centri media nel loro orientamento a restare in Assocom a fronte di tutte le comuni tematiche delicate su cui sono coinvolte, sia perchè, infine, questo indebolisce comunque l’associazione in uno degli asset in cui invece ha un ruolo consolidato e, cioè, la presenza di suoi esponenti all’interno delle “Audi” e dei relativi comitati tecnici, anche nei confronti delle altre parti interessate all’argomento e, cioè, editori e Upa. Oltretutto, per l’associazione, è un indebolimento anche dal punto di vista delle risorse, perchè si può calcolare che il contributo delle agenzie Wpp fosse intorno al 40% dei fondi di cui dispone Assocom per le proprie attività. E, infine, anche questa decisione può rafforzare l’ipotesi che i grandi gruppi internazionali decidano poi di dar vita a un loro nuovo organismo rappresentativo che finora, per altro, sarebbe stato soltanto “evocato” senza che ci sia già stata qualche iniziativa operativa in tal senso. Altre grosse fuoruscite non risultano esserci state e, in ogni caso, bisognerà vedere quali saranno irrevocabili e quali siano state solo “cautelative” in attesa, da parte degli interessati, di vedere come si svilupperanno le cose per poi magari decidere di rientrare.