DailyMedia 15 aprile 2013

Tra le tante opinioni diverse sul presente e sul futuro di Assocom, che indubbiamente si legano anche alle decisioni, che verranno ufficializzate a settembre, che prenderanno Wpp e magari anche altri gruppi internazionali in merito alla loro permanenza o meno nell’organismo, quella di Paolo Torchetti, presidente di Flumen Communications Companies, cui fa capo Lob, che è associata ad Assocom stess, é di sincera preoccupazione. L’uscita dei big del mercato ne metterebbe a repentaglio anche la sua stessa sopravvivenza.
Domani si riunisce il primo Consiglio Direttivo dopo le dimissioni da presidente di Massimo Costa e l’assunzione della rappresentanza legale da parte dei due vice Peter Michael Grosser ed Enrico Gasperini che reggeranno l’associazione fino alle prossime elezioni attese verso fine anno e sulle quali pende la decisione che prenderanno i grandi gruppi sul fatto di restarvi o invece dare vita eventualmente a un club dei big.
Saranno mesi di incertezza ma anche di opportunità, se verrà avviato un lavoro di riforma dello Statuto e di revisione della mission dell’associazione e della sua governance, che potrebbe anche convincere i grandi gruppi a restare.
Si tratta di definire cosa sia la qualità delle associate garantita e tutelata da Assocom e quali siano i parametri che la caratterizzano e che possano essere condivisi da tutti nel rispetto delle diversità dimensionali di ogni associata.
Nel concreto, si potrebbe arrivare a delineare una nuova logica di aggregazione basata su quote fisse e non più proporzionali, decidere di abolire le consulte e di cambiare l’attuale struttura del Consiglio.
La mission va definita, anche per avviare il confronto con le altre associazioni, immaginando un futuro dove ci siano meno organismi rappresentativi e più forza di rappresentanza anche in una logica di lobbying, al di là di quanto cerchi di fare Confindustria Intellect.
Nell’era della globalizzazione tuttavia é difficile pensare all’”italianità” o al carattere più o meno imprenditoriale delle associate come elementi discriminanti.
Qualche spunto, prima che il tutto venga sottoposto all’assemblea, potrebbe emergere dalla Commissione Governance (che è composta dallo stesso Gasperini, Giorgio Bonifazi Razzanti, Daniele Tranchini e Stefano Del Frate che, come d.g., tiene i raccordi con il Consiglio) e che dovrebbe auspicabilmente tornare a riunirsi a breve.