DailyMedia 3 ottobre 2013

Dopo il rilancio programmatico dei giorni scorsi e il preannuncio, tra le altre iniziative, del lancio, a giorni, di una campagna di sensibilizzazione sull’importanza e i benefici del mondo associativo, Assocom torna a farsi sentire con una presa di posizione del suo d.g. Stefano Del Frate avversa all’ipotesi che le big internazionali prima e da ultimo uscite dall’associazione diano vita a un’entità che le riunisca e ne tuteli in modo evidentemente diverso gli interessi. Si è aperta una partita a scacchi, perchè Assocom sa, realisticamente, che senza le big le si apre anche la prospettiva di chiusura, per cui, logicamente, l’obiettivo potrebbe essere quello di convincere le fuoruscite a rientrare in modo da salvaguardare la forza dell’associazione, “accettando” poi magari che gli interessati diano vita a un loro organismo parallelo per portare avanti le istanze che più li accomunano. Lo stato delle cose sarebbe ancora abbastanza incerto. In generale più che a un’associazione si penserebbe anche giuridicamente, a un club, magari affidato a una fondazione, che non si occupi delle stesse tematiche di Assocom ma, sostanzialmente, miri soprattutto all’obiettivo o di migliorare la qualità della comunicazione, con tutto quello che ne deriva anche operativamente e, conseguentemente, promuovere l’immagine della industry.  Il discorso del “club” è: non stiamo ad occuparci di gare e altre simili problematiche dove tanto le associazioni esistenti si sono rivelate impotenti e sulle quali le big si sono già autoregolamentate, non inseguiamo il sogno di una tutela delle imprese da parte di Assocom che nei fatti non è mai stata esercitata, non sprechiamo soldi per mettere ricerche a disposizione di strutture troppo piccole per potersene avvantaggiare (avendole già tutte le big in casa): ma, invece, ridiamo lustro alla professione per poterci confrontare alla pari con le controparti. Anche, il “club” presenta sulla carta alcuni problemi, tra i quali quello di un’effettiva par condicio tra i suoi soci, visti i pesi in campo. Anche per questo c’è la necessità di trovare un presidente super-partes che garantisca equidistanza ma vigili anche su una necessaria trasparenza: il nome individuato potrebbe essere quello di Giuseppe Usuelli, uscito da un paio di anni da McCann (che sotto la sua guida era stata una delle prime ad abbandonare AssoComunicazione proprio per la carenza di tutela delle associate che esercitava). Usuelli è persona rigorosa e, quindi, potrebbe accettare il mandato solo a precise condizioni.