Il Fatto Quotidiano 29 mggio 2012
(Federico Mello)

Le nomine Agcom (Autorità per le garanzie delle comunicazioni) portano ad una analisi del New York Times secondo cui la tecnologia sta portando in Italia una trasformazione della televisione. Nell’articolo di Eric Pfanner si parla delle difficoltà di Mediaset, del “candidato della rete” Stefano Quintarelli, di Grillo e delle politiche Telecom Italia. Per il quotidiano americano è soprattutto lo scenario generale ad essere cambiato, gli italiani dopo Berlusconi sono pronti a qualcosa di più di un cambiamento politico. L’Italia, secondo questa analisi, rincorre gli altri paesi europei per quanto riguarda la diffusione della rete, ma “è impressionante come gli italiani si siano convertiti al web”. Fondamentale la partita Agcom, per il quotidiano oltreoceano le nuove nomine sono un test per valutare il potere che Berlusconi è in grado di esercitare pur dietro le quinte, mentre il successo di Bebbe Grillo si conferma un altro fenomeno internet. Sulle nomine in un passaggio si riporta che é “difficile trovare qualcuno in questo settore che non sia chiaramente schierato pro o contro Mediaset “, afferma Augusto Petra del ITMedia Consulting. Ci sarebbe in realtà Quintarelli, già responsabile area digital del Sole 24 Ore, che ha raccolto oltre 10 mila firme sul web, ma secondo il NYT è più probabile che la scelta cada su qualcuno con “migliori contatti” anche se non necessariamente vicini a Berlusconi. Infine la posizione degli operatori alternativi a Telecom che sostengono che l’attuale Agcom ha permesso forti aumenti del canone, determinando un aumento dei costi per tutti gli altri. Vista da New York la situazione sembra in movimento, anche se una trasformazione della tv non sembra ancora immediata…