DailyMedia 7 marzo 2013

La questione dei contributi per l’editoria è tornata a preoccupare Libero e l’Editoriale che ha in affitto la testata da Tosinvest. Il Consiglio di Stato ha respinto nei giorni scorsi il ricorso del capo della finanziaria, Antonio Angelucci, avverso alla sospensione dei contributi a causa del fatto che la proprietà controllava anche il Riformista (questo era costato una multa di 100.000 euro ad Angelucci da parte di AgCom perchè non si può essere proprietari contemporaneamente di due quotidiani che rivendicano le sovvenzioni pubbliche). La situazione è che l’Editoriale Libero, di cui è presidente Arnaldo Rossi, deve restituire i contributi già ricevuti per il 2006 e 2007 e non considerare quelli, mai avuti, fino al 2010. In teoria dovevano arrivare quelli relativi al 2011 e 2012, per un totale di 10 milioni di euro, dopo la chiusura del Riformista. Angelucci è convinto di avere ragione e che i soldi arriveranno, per cui si è impegnato personalmente con una garanzia, in parte già riscossa per una cifra di 7 milioni di euro, che ha permesso a Libero di chiudere non in perdita il bilancio del 2011. La testata cerca di tenere dal punto di vista delle diffusioni, stabilmente poco al di sopra delle 90.000 copie, con un andamento negativo della raccolta, scesa del 25% nel 2012, a qualcosa sopra i 5 milioni di euro, a causa della contrazione degli investimenti e come conseguenza del passaggio di concessionaria in corso d’opera, da Publikompass a System. Angelucci ha disposto in proprio una copertura fino a oltre 30 milioni di euro essendo convinto di aver diritto di riavere alla fine i soldi. L’andamento della pubblicità, negativo a dicembre, gennaio e febbraio, nello scorso mese avrebbe dato qualche segnale di miglioramento; la raccolta, sempre dello scorso anno, sembra invece esser andata abbastanza bene sulla locale, con un risultato solo di poco inferiore al budget, performando in modo decisamente positivo (+30% e +20% anche nel primo bimestre 2013) sul web – che era già seguito da System anche prima dell’incarico per il cartaceo.