DailyMedia 25/09/2017

in un mercato dove l’informazione di valore rimane un punto di riferimento fondamentale e l’innovazione tecnologica continua senza sosta (l’ultima frontiera sono i droni), bisogna prendere atto che gli indicatori economici si sono stabilizzati, purtroppo, a un livello più basso delle previsioni. Non si può più, quindi, parlare di una crisi del settore, ma di una situazione di riferimento con la quale confrontarsi e alla quale adeguarsi”. Nelle parole di Gianni Paolucci, Presidente Asig, il senso dei due giorni di dibattito di Bologna, il 19 e 20 settembre, nell’ambito di Ediland Meeting 2017, la conferenza sull’industria editoriale e della stampa promossa da Fieg (Federazione Editori Italiana Giornali), Asig (Associazione Stampatori Italiana Giornali) e Osservatorio Tecnico “Carlo Lombardi” per i quotidiani e le agenzie di informazione. Profonda crisi, anche nelle regole Il direttore generale della Fieg, Fabrizio Carotti, ha sottolineato come “la profonda crisi che attraversa l’editoria imponga cambiamenti importanti, nella struttura delle aziende e nelle regole del settore che devono tener conto dei diversi livelli economici raggiunti. I cambiamenti devono riguardare tutti gli ambiti, nessuno escluso. Con la legge sull’editoria richiesta dalla Fieg, promossa dal Governo e approvata dal Parlamento lo scorso anno, si sono fatti significativi passi in avanti per garantire il necessario processo di trasformazione ed evoluzione del settore grazie ad alcune misure di fondamentale importanza: dalla modernizzazione e liberalizzazione del sistema distributivo, per favorire una maggiore capillarità e presenza di quotidiani e periodici sul territorio, allo sblocco dei prepensionamenti e all’attuazione delle misure utili per un effettivo passaggio generazionale nelle imprese editrici. Nelle prossime settimane è atteso un ulteriore passo in avanti con il varo del decreto attuativo del credito d’imposta sulla pubblicità incrementale, misura necessaria per una ripresa degli investimenti nel settore”. Il filo rosso della ricerca I partecipanti al convegno si sono confrontati su tutti i temi rilevanti per il settore, dalla diffusione alla pubblicità, dai prodotti digitali al rapporto con i giganti del web, sino a quelli legati alla produzione ed alla logistica. Il filo rosso è stata la ricerca di nuovi equilibri e modelli di business sostenibili per un settore che in pochissimi anni ha visto sconvolti i propri parametri di riferimento. I dati riassunti nel “Rapporto 2017 sull’industria italiana dei quotidiani”, la pubblicazione edita da Asig e dall’Osservatorio tecnico “Carlo Lombardi”, raccontano di un’industria che ha perso negli ultimi dieci anni il 50% delle copie vendute e oltre il 60% del fatturato pubblicitario, ma che mantiene dimensioni più che rispettabili: ogni giorno escono dalle rotative dei circa 60 stabilimenti di stampa del paese quasi quattro milioni di copie di quotidiani, che alimentano un sistema distributivo di 28.000 punti vendita che generano a loro volta, tenendo conto anche dei periodici, oltre due miliardi di atti di acquisto ogni anno. Cambiamento irreversibile “Non è un problema di crisi, ma di cambiamento irreversibile e strutturale dell’industria. È necessario cambiare i modelli di business, immaginando il circuito dell’informazione di qualità come un triangolo le cui tre punte sono il buon giornalismo, la tecnologia, il marketing”. Così Giuseppe Cerbone, amministratore delegato di Ansa. Accanto ad essi, come in qualunque settore industriale, è necessaria la voglia di rischiare e di innovare soprattutto per intercettare i gusti e gli interessi degli under-45 che tendono a trascurare la carta stampata a vantaggio di altri strumenti di informazione. Tante facce, un solo problema Nel convegno sono state analizzate le diverse sfaccettature di un unico problema: la sostenibilità economica di un comparto investito da un cambiamento tecnologico e di abitudini di consumo che non ha precedenti. Il panel dedicato alla pubblicità, moderato da Massimo Martellini, presidente della Federazione delle Concessionarie di Pubblicità, ha provato a delineare una possibile strategia di supporto e di sinergia tra il mezzo tradizionale – la carta – e i prodotti digitali. Alle opportunità e ai rischi del digitale – e al difficile rapporto delle aziende editoriali con i giganti del web come Google e Facebook – era dedicata la seconda tavola rotonda, moderata da Marco Pratellesi, condirettore AGI, alla quale hanno partecipato Claudio Giua del gruppo GEDI, Massimo Colombo del Sole 24Ore, e i manager delle più importanti aziende che forniscono prodotti e servizi per il trattamento digitale delle informazioni. Un terzo panel, dedicato all’ottimizzazione dei sistemi di produzione, ha illustrato le novità tecniche e di processo nell’area della produzione industriale dei quotidiani.